Un invito a passeggiare nel mio giardino.

Quando tutto pare ancora invernale, in una parte del giardino destinata ad orto si dissoda la terra. Al centro vi è un grande albero di mandorlo, il primo a fiorire; quando guardo i suoi petali che il vento disperde nel cielo sento il suono della tromba, una tromba che risveglia la natura.

Vicino al cancello i rami del pesco danno il benvenuto a chi viene a portar notizie; lui porta notizie della stagione tiepida ed ha il suono di un violino. Tu mi fai notare che il violino è autunnale, di solito un poco triste … ma no, il mio violino suona la Primavera di Vivaldi .

L’albicocco, il più giovane albero del mio giardino, è esposto a sud perché i suoi frutti hanno bisogno di sole. I suoi fiori si possono ancora contare sulle dita delle mani, quelle dita che schiacciano i tasti di un flauto dolce.

ogni mattina

sulla tela si aggiunge

un nuovo fiore

Non avevo mai notato che le verdi e tenere foglie del pero sono spuntate insieme ai delicati fiori bianchi, quasi a volerli proteggere. L’oboe d’amore dal tono tranquillo e sereno ha la sua campana proprio a forma di pera.

I fiori sui rami del vecchio ciliegio sembrano nuvole e il suono struggente del sax tenore sale fino al cielo; quando è in alto, un soffio di vento fa volare i petali che cadendo colpiscono il cuore con gentilezza.

Il piccolo melo sta in fondo al giardino, accanto al grande gelso che lo fa apparire ancora più piccolo. Abbiamo la stessa età ma lui ogni anno si veste da giovane sposa. Io, come le api, amo i suoi fiori leggermente rosati e dalle mie labbra le note di un clarinetto.

Dal tronco della vecchia vite dipartono i rami; su questi, piccole gemme rosse racchiudono foglie nuove e viticci di uva bianca. In lontananza sento suonare una fisarmonica.

Note di pianoforte

il pruno illumina la notte

In questo periodo di grande apprensione porto il mio cuore a farsi perdonare da tanta bellezza.

giardino in fiore

cercando il silenzio

di una preghiera

Dalla mia finestra, attraverso il giardino, la vedo con i suoi capelli grigi, con il suo bastone. Si muove lentamente, stende il bucato di fazzoletti al tiepido sole di inizio primavera. Una brezza leggera accarezza il suo scialle, sono ormai dieci giorni che non le scaldo più le mani, si è messa in isolamento rinunciando a noi per amore.

Mi ha visto, alza la mano in segno di saluto, quella mano che, come una farfalla, si confonde fra i fiori, che ogni anno spontanei, rinnovano alla vecchia giardiniera il loro splendore.

Casa in fiore 1990 – Nazarena Rampini
Oltre la siepe
volo di farfalla
in una mano